Il rispetto non è ossequio, deferenza, riverenza. E’ attenzione, considerazione e riguardo per le persone. E’ la prima categoria d’ogni forma educativa che non può essere insegnata, ma che si apprende con l’esempio, la prassi, l’imitazione e l’identificazione. Se partiamo dall'idea che ciò che si dice corrisponde a ciò che si pensa allora a frasi infelici corrispondono pensieri negativi e a frasi positive, pensieri positivi. Ma non è nemmeno a questra stretta corrispondenza che arriva il cuore: esso si sente in pericolo o in pace, offeso o confortato, non tanto dalle parole ma da come esse vengono dette, dalla percezione del sentimento che si nasconde dietro di esse. Questa percezione è tanto attendibile quanto una persona è aperta, sincera e "bambina".
Da queste semplici “ricordanze”, mi permetto inoltre di dedurre che il rispetto dipende essenzialmente da ciò che ognuno di noi ha ricevuto dagli altri. E se tu sei stato rispettato nella tua entità di persona, tu rispetterai a tua volta. Il rispetto è come l’amore: se lo hai ricevuto nelle forme giuste riesci a darlo correttamente. In caso contrario lo impari ma non è la stessa cosa: rimane un apprendimento razionale troppo lontano dal vissuto emotivo e quindi sempre in bilico. solo con la perseveranza e con la convinzione di voler essere felici e di voler rendere felici gli altri si può davvero stare meglio....
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